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Premessa


Il progetto europeo DIRECT II – promosso e coordinato dalla Confederazione dei Sindacati Indipendenti (CITUB) della Bulgaria, in partenariato con organizzazioni di sei Stati membri - ha riguardato le tendenze della partecipazione diretta (PD) dei lavoratori, alla luce dei profondi cambiamenti tecnologici attualmente in atto. Il suo obiettivo è stato essenzialmente quello di esplorare l’impatto delle nuove forme di coinvolgimento sulle relazioni industriali a livello settoriale e aziendale, provando a individuare alcune buone prassi, in cui la transizione tecnologica vede un coinvolgimento effettivo ed efficace della forza lavoro e dei suoi rappresentanti.

Il progetto ha mirato a verificare se la PD possa realmente migliorare l’organizzazione e la qualità del lavoro, il senso di soddisfazione dei lavoratori, insieme all’efficienza e alla sua produttività, anche con riguardo all’introduzione di nuove tecnologie. L’assunto da cui siamo partiti, suffragato dal precedente studio DIRECT (2017-2018), è che essa può in effetti offrire ai lavoratori l’opportunità di proporre idee e suggerimenti per l’innovazione organizzativa, utili alle stesse aziende, accrescendo le loro competenze e qualifiche, concorrendo in tal modo a quella “umanizzazione del lavoro”, da molto tempo al centro delle preoccupazioni del movimento sindacale e di quanti si occupano di una migliore gestione delle risorse umane. Ciò può oggi finalmente rendersi possibile come mai in passato, grazie a tecnologie e soluzioni socio-tecniche che favoriscono una maggiore polivalenza nell’esecuzione dei compiti, mansioni mediamente più ricche e articolate, skills più qualificati, migliori condizioni ergonomiche e di sicurezza sul lavoro, orari e turnazioni in grado di consentire una migliore conciliazione fra tempi di vita e di lavoro, grazie ad esempio al lavoro da remoto, cresciuto ovunque enormemente durante, ma anche dopo, i mesi drammatici della pandemia da Covid-19.
Molti studi, in questi anni, hanno dimostrato come tutte le forme di democrazia sul posto di lavoro, con la partecipazione alla governance strategica e nell’organizzazione del lavoro, determinano un miglioramento della motivazione dei lavoratori e, con essa, anche un aumento della produttività. Il ricorso alla partecipazione diretta, in particolare, mira ad incoraggiare un migliore uso di tutto il repertorio di conoscenze, abilità ed esperienze di vita della forza lavoro. Un risultato che può essere conseguito stimolando e valorizzando l’apporto del personale, il suo sviluppo culturale e professionale, mediante la ricerca del suo coinvolgimento attivo nel processo decisionale.
Con il rapido progresso e l’applicazione delle tecnologie digitali, i luoghi di lavoro in Europa stanno cambiando rapidamente. Per rimanere competitivi, conservare quote di mercato e, soprattutto, mantenere i livelli occupazionali, le aziende e i lavoratori devono inevitabilmente comprendere ed adattarsi a questi cambiamenti.
La promozione della PD può dunque rappresentare una efficace strategia competitiva per le imprese, contribuendo in questa fase difficile, alla ripresa economica dell’UE e degli Stati che ne fanno parte, accelerando l’innovazione, riducendo costi e sprechi, rendendo più efficiente e razionale l’organizzazione della produzione e del lavoro, sia manifatturiero che nei servizi.
Il conseguimento di un ambiente di lavoro di questo tipo non deve certo avvenire a scapito delle forme indirette (o rappresentative) di partecipazione, vale a dire mediante diritti di informazione e consultazione, comitati paritetici, fino alla codeterminazione societaria sulle scelte strategiche delle imprese, senza ovviamente trascurare il primato della rappresentanza sindacale e della contrattazione collettiva, nei luoghi di lavoro e a livello sovra-aziendale (nazionale di settore, territoriale, di sito, cantiere, ecc.).
Obiettivi e metodologia del progetto
Dai risultati del Progetto DIRECT era stato possibile concludere che la PD, anche se prediletta più dal management che dai sindacati, è più diffusa e produce risultati migliori – sia per i datori di lavoro che per i lavoratori – quando prevale un approccio cooperativo alle relazioni industriali e in sede di partecipazione rappresentativa; ad esempio sul terreno della negoziazione collettiva.
L’ipotesi di questa seconda tappa del progetto – ovvero, appunto, DIRECT II – è che la PD costituisca oggi uno strumento indispensabile per la dirigenza aziendale e i rappresentanti dei lavoratori nell’affrontare le sfide dell’introduzione delle nuove tecnologie.
Gli obiettivi del nostro studio, sia generali e che specifici, sono stati – schematicamente – i seguenti:
Ampliare e approfondire lo studio della PD nell’ambito dell’organizzazione del lavoro, in alcuni settori e imprese dei Paesi partner, adottando in particolare il punto di vista dell’introduzione di nuove tecnologie e del suo impatto.
Vagliare gli eventuali nessi tra PD e umanizzazione del lavoro, da intendersi come accrescimento della soddisfazione per il proprio lavoro; i suoi contenuti, le sue finalità.
Verificare se e come la PD possa raccordarsi, complementarmente, con le altre forme della rappresentanza e della partecipazione dei lavoratori nell’impresa: diritti di informazione, consultazione ed esame congiunto; codeterminazione societaria (dove esiste); contrattazione collettiva.
Analizzare i percorsi che, nelle aziende studiate, hanno condotto all’adozione di una o più modalità di ciò che, come vedremo, può essere annoverato alla voce partecipazione diretta.
Sondare le interpretazioni e i giudizi delle organizzazioni sindacali, del management e dei lavoratori, a vari livelli (nazionale; settoriale; aziendale), riguardo alla effettività dei processi in atto, rispetto alla PD e al suo possibile ruolo nella gestione del cambiamento tecnologico.
Lo studio, nei sei paesi partner, è stato realizzato seguendo una serie di fasi e tappe, a partire dalla stesura di rapporti nazionali nei quali – fra ricerca desk e indagine sul campo mediante studi di caso – si sono approfonditi i temi poc’anzi elencati. Si sono dunque descritti, sinteticamente, i sistemi nazionali delle relazioni industriali, con particolare riguardo agli istituti della rappresentanza e della partecipazione, a livello aziendale e di luoghi di lavoro. Alla rassegna di letteratura scientifica e documentazione di stampo sindacale e contrattuale, si sono aggiunte alcune interviste con dirigenti e quadri delle parti sociali, a livello settoriale.
Un secondo blocco di approfondimenti ha riguardato i temi della transizione tecnologica in ciascun paese partner, fornendo un quadro descrittivo dello stato dell’arte a livello nazionale e settoriale, e dei problemi più direttamente correlati all’occupazione, alle condizioni di lavoro, alla qualità delle relazioni industriali e del coinvolgimento partecipativo.
Un terzo blocco è consistito nella realizzazione di dodici studi di caso, due in ciascun paese, nella manifattura e nei servizi, sulla base di tracce di intervista da effettuare con rappresentanti delle parti sociali.
Una ulteriore sezione del rapporto è stata dedicata al ruolo delle parti sociali nella gestione dell’emergenza pandemica, esplosa proprio subito dopo che il progetto aveva avuto avvio (2020), complicando oltretutto, e ritardando alcuni adempimenti, per le note criticità relazionali in presenza, determinate dalle restrizioni precauzionali.
Ciò nondimeno, nel frattempo si sono tenute – in modalità mista, presenza e a distanza – tre tavole rotonde europee (Roma, Madrid, Larnaka), con esperti ed esponenti delle parti sociali dei sei paesi partner, e dei workshop nazionali sui temi del progetto.
Una volta completati i rapporti nazionali, si è proceduto – dopo un ampio confronto a livello di team di ricerca – alla stesura di un rapporto comparativo finale, che è quanto qui viene presentato, e di linee guida per una strategia della partecipazione diretta, tradotte nelle diverse lingue del partenariato, e disponibili sui siti nazionali dei partner e su quello comune del progetto.
A metà luglio si è tenuta la conferenza finale a Sofia, con la presentazione dello studio effettuato, alla presenza di esperti e rappresentati delle parti sociali, dai paesi coinvolti nel progetto e di altri con incarichi di livello europeo.
Tutti i materiali – ad esempio i rapporti nazionali o le slides delle presentazioni ai vari eventi transnazionali e nazionali – sono disponibili nel sito del progetto: http://2.direct-project.org/

 

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